mercoledì 1 febbraio 2012

Peppermint tea

Non sapevo proprio come chiamare questo gilet.
L'ispirazione me l'ha data Anna, la destinataria. Ha insistito perché, a tempo di record o quasi, le confezionassi un gilet che fosse caldo, morbido, coccoloso. Come una tazza del tè fumante che prende in ogni occasione.
Anche se lei, quando prepara il tè, segue tutto un rituale ben preciso che dura una buona mezz'ora... Non si può chiederle, così, a bruciapelo: "Beviamo una tazza di tè?" perché c'è bisogno del suo tempo...
Il mio lavoro, invece, è partito in quarta e in pochi giorni l'ho realizzato. E' vero che è lavorato con i ferri del 4,5, è vero che (qui lo dico e qui lo nego) non ho fatto il campione prima e così ho dovuto lavorare... sulla modella, adattando aumenti e diminuzioni man mano che procedevo. Questo mi ha rallentato un po' perché non sempre quando io posso lavorare, lei è disponibile...
Comunque, alla fine, tutti soddisfatti. Ed eccovi le foto della penultima fatica. Niente di eccezionale, per carità, però davvero caldo e morbido...



Come nel maglione blu Lapislazzuli, mi sono lanciata nella tecnica topdown, senza cuciture, e con l'inserimento di short rows per le pences del seno.

3 commenti:

  1. Carino! Ho un'amica di Casablanca che mi ha spiegato almeno 10 volte come si fa il the "per bene". Anche loro hanno tutto un rituale. Mi ha anche regalato una teiera direttamente dal suo paese ma per me è troppo complicato: uso il the in polvere nell'infusore e lo metto nella tazza. Il massimo che posso fare. :-)

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  2. @ rory: pensa che io sono arrivata a mettere la tazza con l'acqua nel microonde e poi aggiungo la bustina! Anna non me lo perdona!

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I vostri commenti sono preziosi per me. Lasciano una traccia tangibile del vostro passaggio e contribuiscono a rinsaldare l'amicizia. Grazie dunque per tutto quello che scrivete.

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