venerdì 15 agosto 2014

Audrey Coat: bilancio finale

Il mio lavoro è davvero terminato. Il cappotto è finito, almeno per tutto quello che riguarda la parte a maglia. Manca la fodera, ma per quello mi affido alle abilissime mani della signora Franca, che mi salverà dal dover prendere in mano ago e filo.
Le mie nozioni di cucito sono veramente scarse. Finché si tratta di fare una gonna a tubo o a ruota ancora ancora me la cavo. Diverso è foderare un cappotto. In questo caso il lavoro deve essere preciso e sicuro, pulito, altrimenti il capo farà difetto.
Come avevo anticipato in un precedente post, non sono stata soddisfattissima del pattern. E' un modello molto semplice, tutto a maglia rasata, veloce da realizzare.
E' un modello che le mie allieve di Lazzate hanno scelto per il prossimo corso di ottobre e quindi l'ho realizzato in anteprima, senza modifiche allo schema, giusto per vedere come veniva.
Alla fine il bilancio è meno disastroso di quel che mi sembrava. Rimane sempre il problema maniche, che a mio parere sono proprio sbagliate. Io le ho dovute disfare, allungandole sia nella parte inferiore (ma questo solo per una scelta estetica mia) e sia nel colmo manica, che altrimenti non si sarebbe adattato per niente allo scalfo.
Ho "inventato" anche la costruzione del collo, che rimaneva molto basso. L'ho praticamente raddoppiato in altezza sulla parte posteriore e sulle spalle, lavorando tutta una serie di ferri accorciati per poterlo alzare e far sì che coprisse adeguatamente la parte alta delle spalle. Poi ho aggiunto delle diminuzioni ai lati perché altrimenti non si adattava alla forma dello scollo e faceva difetto.
Mi sono ricreduta sull'avanzo di lana. L'autrice ne consiglia circa 3750 yarde per la taglia L e io ne ho usate poco meno di 3300, però devo considerare che io ho lavorato le maniche più lunghe e larghe e ho fatto molti più ferri nel collo...
Va beh, alla fine tutto questo lavoro di fare e disfare mi è servito, perché adesso so che alle mie allieve insegnerò a seguire lo schema solo fino ad un certo punto e poi a fare da sole con carta, penna e centimetro alla mano.

5 commenti:

  1. Posso dire una cosa? Sono contenta di non vederti più quel cappotto tra le mani, era interminabile! ;)

    Battute a parte, sono contenta che alla fine il bilancio non sia così negativo come sembrava strada facendo, meglio così, per te e per l'autrice dello schema, che altrimenti si sarebbe vista piovere addosso una valanga di mail di protesta delle tue allieve (sono toste, le ragazze, che vi credete?)

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  2. Anch'io sono contenta di averlo finito, anche se quello che ho appena avviato è un altro lavoro eterno...
    Sì, un po' mi sono ricreduta e comunque non tutto il male vien per nuocere. Alle mie donne voglio insegnare ad usare la testa e non a seguire come pecorelle quello che uno schema (pur bello e ben fatto) dice :-)

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  3. Grazie per gli auguri. E non preoccuparti li accetto anche adesso. Baci

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  4. Non sempre ci si può fidare del lavoro degli altri. La mano cambia da una persona all'altra, l'idea di come un capo debba vestire ancora di più, perciò usare la testa è fondamentale. Qui con me c'è Watson che digita sulla tastiera e mi impedisce di scrivere (ho già dovuto correggere un'infinità di volte!). Buon corso e a presto!

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    1. Grazie per gli auguri. Sono convinta che non si possano e non si debbano prendere sempre passivamente le opinioni degli altri, soprattutto nella maglia. Tutto è bene ciò che finisce bene!
      Una grattatina a Watson :-)

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I vostri commenti sono preziosi per me. Lasciano una traccia tangibile del vostro passaggio e contribuiscono a rinsaldare l'amicizia. Grazie dunque per tutto quello che scrivete.

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