mercoledì 17 febbraio 2010

Merito della nonna

Parlavo in questi giorni con alcune amiche che, sopravvalutandomi, mi considerano una dalle "mani d'oro". Mi sono resa conto, in effetti, di aver provato tante arti diverse, ma di non essere maestra in nessuna.
Mi va bene così perché almeno ho il gusto di approfondire, perfezionare.
La mia memoria è tornata indietro, a quando ho imparato alcune tecniche. E non ho potuto fare a meno di pensare alla mia nonnina. La mitica nonna Lodovica sapeva fare di tutto.
Adesso prendetevi un po' di tempo, perché vi voglio raccontare un po' della mia infanzia.
Ai miei tempi (sembra quasi il c'era una volta...), beh, non proprio tanto tanto tempo fa, diciamo una quarantina d'anni fa, sembra che la Tachipirina non fosse ancora stata inventata, o forse mia madre era all'oscuro della sua esistenza. Fatto sta che ogni volta che avevo la febbre, e capitava abbastanza spesso visto che il mio punto debole era la gola, mi spediva a letto, al caldo, a sudare... Non ho ancora capito come la febbre poi se ne andasse lo stesso, con tutto il caldo che prendevo...
Ad ogni modo, non potevo alzarmi dal letto, se no prendevo freddo. Era consentito solo andare in bagno e mangiare. Il cibo era: te al limone, fette biscottate, brodo di pollo (lo odio ancora oggi!), e frutta cotta. Chi si lamenta del cibo che passano gli ospedali avrebbe dovuto conoscere mia madre!
Quando si era in via di guarigione si potevano inserire le patate lesse... Per una settimana non si poteva uscire di casa, pena una ricaduta sicura.
Inutile dire che quarant'anni fa non si pensava neanche di avere il televisore in camera. Scherziamo? Qualcuna di voi ha un vago ricordo di quei televisori enormi, troneggianti su un tavolino in salotto, dotati di una scatola magica (si chiamava trasformatore?) che bisognava accendere almeno cinque minuti prima della TV? Altro che telecomando! Si vedevano solo il primo e il secondo canale. Noi fortunati che abitavamo vicino alla Svizzera, vedevamo anche quella, ma eravamo privilegiati!
Per farla breve, ogni influenza o tonsillite erano una tortura, non parliamo poi delle malattie infettive... Io che non mi faccio mancare nulla, ho fatto: pertosse, morbillo, orecchioni, varicella, rosolia. Queste duravano tre settimane... Un incubo!
E qui entrava in gioco la nonna Lodovica. Ogni pomeriggio, più o meno intorno alle 14, mollava il nonno e tutto quello che stava facendo, e arrivava, come un raggio di sole ad illuminare il buio della mia cella d'isolamento, alias cameretta.
Ogni volta portava qualcosa di nuovo. Col morbillo ho imparato il punto erba, con gli orecchioni l'ajour, la maglia credo di averla conosciuta durante la varicella, le varie tonsilliti mi hanno permesso di apprendere e perfezionare l'uncinetto, le febbri sparse qua e là i vari punti del ricamo, nel quale era davvero una maga.
Insomma, oggi posso dire, per fortuna avevo una salute così così.
Non posso far altro che ringraziare la mia nonnina, così ve la faccio conoscere com'era all'età di 20 anni, nel pieno splendore. Il nonno era solito dire che "l'era proprii na bela tusa" (era proprio una bella ragazza).
Non le fanno più le nonne di una volta...

11 commenti:

  1. Elena, leggere le tue parole mi ha fatto commuovere...anche se io ho qualche anno in meno di te quoto in pieno, se queste arti femminili continueranno nel tempo è solo grazie alle grandi donne del passato che ce le hanno insegnate...Sono un bene da preservare, ne parlavo anche ieri con una mia paziente: Quante adolescenti conosciamo che sappiano tenere in mano un ago o un ferro da calza...io stessa quando dico che mi diletto in queste cose vengo guardata come un aliena, il senso dello sguardo è: "Ma come, questa qui laureata con un lavoro che la soddisfa, perde tempo con queste s....ate!!!!!"
    Forse non ci si rende conto che queste s....ate sono un modo per rilassarsi, per spegnere il cervello e dedicarsi un po' a se stesse.....
    Scusa la filippica, ma hai toccato un tasto dolente....
    Chiara

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  2. @ Chiara: hai ragione, la mia nonna era un'amante del motto "impara l'arte e mettila da parte", diceva che bisognava saper fare di tutto, perché, non si sa mai, nella vita...
    Oggi abbiamo una mentalità dell'usa e getta, tutto facile, senza fatica. L'idea di metterci settimane per realizzare un maglione, o un ricamo, spaventa tante persone. Ma io non mi arrendo. Delle mie tre figlie, per ora solo Anna è interessata, meglio che niente, ti pare?

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  3. Elena,tutte le volte che entro nel tuo blog non posso fare a meno di soffermarmi a leggere quello che scrivi...la tua famiglia è davvero fortunata ad avere un amoglie-mamma MAGNIFICA come te!un bacio Marilisa

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  4. Verissimo tutto quello che dici. Anch'io ho imparato molto delle arti da mettere da parte da mia nonna Angela e dalla zia Caterina (che era zitella ed uncinettava in continuazione per le sue nipoti). Mia nonna diceva sempre che una donna non può farsi vedere con le mani in mano, non sta bene, devi sempre avere qualche lavoretto in grembo anche se poi magari chiacchieri e non vai avanti col lavoro; importante è averne uno. Quanti ricordi hai riportato a galla. Baci. Giusy.

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  5. Ciao Elena.
    Che bello il tuo racconto.
    Purtroppo io non ho avuto una nonna molto affettuosa, per cui quello che ho imparato di maglia , uncinetto e sapere almeno attaccare bottoni con l'ago, me lo ha insegnato mia madre.
    Ma nel seguire la tua storia ho sognato e ti ho visto bimba in camera a lavorare con tua nonna.
    Grazie per avermi resa partecipe di una bella parte della tua vita.
    Un grande bacio.
    Nunzia

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  6. grazie Elena per il bellissimo spaccato della tua infanzia e per averci presentato la bellissima nonna che hai avuto....mi hai fatto tornare in mente la mia nonna Erminia, genio del crochet, picasso del ricamo, che ha abbandonato il suo amato uncinetto solo a pochi giorni dalla sua morte.....
    quante cose mi ha insegnato,quanta saggezza, quanto amore..
    ecco da chi ho ereditato anche io l'amore per il bello, per il fatto a mano, per i lavori "femminili" tanto vituperati ma tanto belli!!!
    e poi il proverbio "apprendi l'arte e mettila da parte" è proprio vero....se non ci fossero state le perline, il ricamo alcuni periodi della mia vita sarebbero stati molto molto bui......
    grazie ancora

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  7. bellissimo questo post, ricordo anch'io le lunghissime giornate a letto (io però avevo mia sorella a tenermi compagnia!!).
    La tua nonnina Lodovica era davvero una splendida donna........certe volte non so se invidiare chi ha vissuto un po di tempo fa, sembra che godessero meglio le piccole cose e riuscissero a tirar fuori il meglio da tutto!!!

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  8. Ma pensa, se avessi avuto una salute di ferro oggi non sapresti fare niente e invece...ah ah!!!!
    La mia grande maestra invece è stata mia zia Antonietta, l'unica sorella di mia mamma. Oggi purtroppo non c'è più, è morta troppo presto, eio ogni volta che prendo un uncinetto o un paio di ferri in mano non posso fare a meno di pensare a lei.
    Bei ricordi.
    Oggi ho messo un link verso il tuo blog perchè ho postato il mio nuovo lavoro con i marcapunti che ti ho copiati. Già ho avuto dei bei commentini...
    A presto,
    Rosa

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  9. @ tutte voi: grazie, grazie di cuore per i vostri commenti. La nonna Lodovica (o Duina come la chiamava affettuosamente il nonno), era una persona discreta, dal fisico minuto ma dalla grande tempra. Ha iniziato a lavorare a 5 anni, nei campi, figlia di contadini e ha smesso a 82, quando è morta. Non l'ho mai vista ferma una volta, si è sempre prodigata per qualcuno. Credo che si meritasse qualche riconoscimento...
    A voi un ringraziamento affettuoso per aver apprezzato il mio spaccato di vita vissuta. Se ho suscitato qualche dolce ricordo, ne sono felice.

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  10. Tua nonna era davvero speciale, con pazienza e amore ti ha trasmesso tante conoscenze e adesso nel tuo cuore porti con te una parte di lei, grazie per aver condiviso questo pezzetto di storia.
    Bella tua nonna, tratti dolci e semplici.
    Elena, sei un vulcano d'idee, bellissimo il baktus, non lo conoscevo e le creazioni con le perline sono eleganti, brava!

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  11. @ Amalia: grazie, cara. Rigiro subito il complimento a te, vero vulcano d'idee. Sul tuo blog ce ne sono a bizzeffe, una più bella dell'altra...

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I vostri commenti sono preziosi per me. Lasciano una traccia tangibile del vostro passaggio e contribuiscono a rinsaldare l'amicizia. Grazie dunque per tutto quello che scrivete.

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